TEAM BUILDING IN OTTICA GESTALTICA: DAL GRUPPO AL CAMPO RELAZIONALE

Il team building tradizionale lavora sul gruppo come insieme di individui.
La Gestalt, invece, vede il gruppo come
un unico organismo, un campo dinamico in cui ogni persona porta movimenti, resistenze, talenti, emozioni e modalità relazionali che influenzano tutti gli altri.
Come afferma Wheeler:
“Il gruppo è più della somma delle parti: è un processo in continuo divenire.”
E Spagnuolo Lobb aggiunge:
“Il gruppo è il luogo privilegiato per osservare come l’essere umano entra nel contatto.”
Il Team Building gestaltico non mira solo alla cooperazione funzionale,
ma al
benessere relazionale, all’autenticità del contatto e alla qualità dell’esperienza condivisa.
Il gruppo come campo: l’essenza della Gestalt applicata al team building
In Gestalt, il focus non è il comportamento del singolo,
ma
la danza relazionale che nasce tra le persone.
Il campo (Field Theory) è l’insieme di:
- interazioni
- ruoli impliciti
- norme non dette
- tensioni sottili
- energie emotive
- aspettative reciproche
- dinamiche sommerse
Ogni persona che entra nel gruppo lo modifica.
Ogni gesto individuale è una risposta al campo.
Questo permette una trasformazione profonda:
quando il gruppo cambia, cambia la persona;
quando la persona cambia, cambia il gruppo.
Le fasi del ciclo di contatto applicate al gruppo
Il gruppo, come l’individuo, attraversa le fasi del ciclo di contatto:
- Sensazione del gruppo – il clima emotivo di fondo
- Consapevolezza – riconoscere ciò che sta accadendo tra i membri
- Mobilitazione – energie che si alzano, conflitti latenti, idee
- Azione – confronto, dialogo, creatività
- Contatto pieno – allineamento, coesione, obiettivi condivisi
- Ritiro e integrazione – riflessione, apprendimento, consolidamento
Molti gruppi restano bloccati tra consapevolezza e mobilitazione:
- si percepiscono tensioni
- nessuno le nomina
- il sistema resta stagnante
Il team building gestaltico le porta alla luce con rispetto e fenomenologia.
Il ruolo dell’autenticità nel gruppo
Zinker sottolinea che il gruppo diventa creativo quando i membri:
- dicono ciò che sentono
- riconoscono i conflitti in modo responsabile
- portano contributi personali
- tollerano le differenze
- rinunciano ai ruoli rigidi
Il gruppo che funziona non è quello senza conflitti,
ma quello in cui i conflitti diventano
luoghi di crescita.
Naranjo scriveva:
“Il vero ostacolo non è il conflitto, ma l’incapacità di restare presenti mentre accade.”
Dinamiche di gruppo: posture e fenomeni ricorrenti
Nella Gestalt, le posture osservabili in un team sono preziose:
- il trattenuto (non esprime ciò che pensa)
- l’iperattivo (riempie il silenzio per evitare il contatto)
- il mediatore (tenta di salvare il gruppo dai conflitti)
- il perfezionista (alza il livello per evitare l’esposizione emotiva)
- il taciturno (ritira energia, ma informa il campo col suo silenzio)
- il leader spontaneo (emerge dal campo, non per ruolo)
Ogni comportamento ha un senso:
è una forma di adattamento creativo al campo.
Esempio pratico
Un team manifesta un clima di tensione.
Tutti parlano di efficienza, processi, obiettivi.
Nessuno parla del clima emotivo.
Osservo nel gruppo:
- spalle rigide
- sorrisi di circostanza
- poche pause
- respiri trattenuti
Chiedo:
“Com’è stare qui, ora, insieme?”
Silenzio.
Poi qualcuno dice:
“Mi sento sotto pressione, come se dovessi dimostrare qualcosa.”
Il campo si apre.
Gli altri riconoscono la stessa sensazione.
Il vero lavoro di team building non è organizzare attività,
ma
ristabilire il contatto nel gruppo.
Team Building gestaltico: cosa lo rende diverso
- È esperienziale, non didattico.
Il gruppo vive l’esperienza, non la studia. - È fenomenologico.
Si osserva ciò che accade, non ciò che si dovrebbe essere. - È relazionale.
Ogni membro non viene visto da solo, ma nel campo. - È corporeo.
Il corpo del gruppo dà segnali: tensione, energia, respiro collettivo. - È creativo.
Si usano movimento, dialogo, espressione, metafore. - È trasformativo.
Non solo migliora il team: cambia il modo di lavorare insieme.
Metafora gestaltica: L’Orchestra Invisibile
In un’orchestra, non conta solo se ogni musicista è competente.
Conta la capacità di:
- ascoltarsi
- entrare nel ritmo dell’altro
- sentire il campo sonoro
- sostenere o ritirarsi al momento giusto
Il team è un’orchestra invisibile.
Il team building gestaltico insegna a “sentire” l’intero campo,
non solo la propria parte.
Bibliografia essenziale
Gestalt – gruppi, contatto, campo
- Wheeler, G. – Che cos’è la Terapia Gestaltica, Astrolabio
- Perls, Goodman, Hefferline – Teoria e pratica della Terapia della Gestalt, Astrolabio
- Polster, E. e M. – Terapia della Gestalt Integrata, Giuffrè
- Spagnuolo Lobb, M. – Il now-for-next in psicoterapia, FrancoAngeli
Relazione, confini, dinamiche gruppali
- Bruni, G. – Il confine di contatto, C.I.P.O.G.
- Clarkson, P. – Gestalt counseling, Sovera
- Ginger, S. e A. – La Gestalt. Terapia del “con-tatto” emotivo, Mediterranee
Creatività, leadership, processi emergenti
- Zinker, J. – Processi creativi in Psicoterapia della Gestalt, FrancoAngeli
- Otto Scharmer – Teoria U, FrancoAngeli
- Gallwey, T. – The Inner Game of Work, BUR Rizzoli
Conclusione
Il Team Building in ottica Gestaltica non crea solo coesione:
crea
presenza, riconnette la relazione, sviluppa consapevolezza collettiva.
Un team non diventa efficace perché parla di obiettivi,
ma perché entra in contatto con il proprio campo:
- tensioni
- risorse
- desideri
- paure
- creatività
- limiti
- possibilità
È questo contatto che trasforma un gruppo in un
sistema vivo.
Approfondimenti
Articoli e riflessioni su Coaching, Counseling, Gestalt, Relazioni e Crescita personale: un invito a comprendere, scegliere e trasformarsi.































