Neurocoaching – Allenare il cervello per cambiare la vita
Neurocoaching – Allenare il cervello per cambiare la vita
Immagina di camminare in un prato. Ogni giorno percorri lo stesso sentiero, calpestando sempre quell’erba. Col tempo, il passaggio continuo crea una traccia profonda e ben visibile. Così funziona il nostro cervello: i pensieri che ripetiamo ogni giorno tracciano “sentieri” nelle nostre reti neuronali. Alcuni ci portano verso mete che desideriamo, altri ci imprigionano in abitudini negative.
Questa capacità del cervello di modificarsi e creare nuove connessioni si chiama neuroplasticità. È la magia che ci permette di imparare, cambiare, evolvere. Ma spesso la usiamo contro di noi stessi: quando pensiamo “non sono abbastanza bravo” o “non ce la farò mai”, stiamo scolpendo solchi mentali che rafforzano la nostra insicurezza.
Il neurocoaching nasce proprio per questo: aiutarci a diventare architetti del nostro pensiero. Non basta “pensare positivo”, serve allenare il cervello a creare strade alternative che ci portino dove vogliamo andare. E come ogni allenamento, serve costanza e consapevolezza.
Ricordo la storia di Giulia, una giovane manager che seguivo in un percorso di coaching. Ogni volta che riceveva un feedback, si convinceva di non essere all’altezza. Quel pensiero si ripeteva come un mantra, alimentando ansia e insicurezza. Con il neurocoaching, abbiamo iniziato a riconoscere quel pensiero automatico e sostituirlo con un altro: “Ho margine di miglioramento, e questo feedback è un regalo per crescere”. All’inizio le sembrava innaturale, come calpestare erba alta e fitta. Ma con la pratica, quella nuova convinzione è diventata un sentiero sicuro su cui camminare ogni giorno.
La scienza lo dimostra: Donald Hebb, neuropsicologo, affermava già nel 1949: “Le cellule che si attivano insieme, si connettono”. E il libro di Norman Doidge The Brain That Changes Itself racconta storie straordinarie di come il cervello si adatti a ogni età, creando nuove reti grazie alle esperienze.
Esercizio pratico
Prendi un quaderno e dedica una pagina a scrivere i pensieri ricorrenti che ti bloccano. Poi trasforma ciascuno in un pensiero potenziante. Ad esempio:
- “Non sono capace” → “Sto imparando, ogni giorno miglioro”
- “Non ce la farò” → “Posso fare un passo alla volta”
Ripeti questi nuovi pensieri ogni giorno, come se stessi allenando un muscolo.
Il neurocoaching è come un giardiniere che cura il proprio terreno: estirpa le erbacce dei pensieri limitanti e semina nuovi semi di fiducia, giorno dopo giorno. E tu, sei pronto a prenderti cura del tuo giardino mentale?
Approfondisci
- Norman Doidge, The Brain That Changes Itself (2007)
- Amy Brann, Neuroscienze per il Coaching (2014)
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