COACHING RELAZIONALE IN OTTICA GESTALTICA: IL CORAGGIO DI ESPORSI AL CONTATTO

In Gestalt si afferma che “noi siamo relazione”.
Non nel senso romantico: nel senso ontologico.
L’identità non è un’entità isolata, ma
un processo dinamico che si forma al confine tra sé e l’altro.

Claudio Naranjo definiva la relazione come
“lo specchio più spietato e più misericordioso della nostra autenticità”.

Il Coaching Relazionale in ottica Gestaltica nasce proprio qui:
dalla comprensione che ogni difficoltà relazionale non parla tanto dell’altro,
ma
della qualità del nostro contatto con ciò che accade in noi mentre incontriamo l’altro.


1. La relazione come campo

La Gestalt contemporanea (Spagnuolo Lobb) ha introdotto il concetto di campo:
non c’è un io e un tu separati, c’è un insieme unico di forze che si esprimono nella relazione.

Per comprenderla davvero serve una postura particolare:
non giudicare, ma
osservare la danza tra i due poli.

Il Coaching Relazionale non si concentra sul comportamento dell’altro (“perché gli altri fanno così?”),
ma sul processo relazionale:

  • come entro nel contatto
  • come mi ritiro
  • quali parti mostro
  • quali parti nego
  • come regolo la distanza
  • dove sento tensione o piacere nel corpo
  • come interpreto i segnali dell’altro

Zinker parlava di “espansione creativa delle possibilità relazionali”:
le relazioni non si sistemano, si ampliano.


2. Le interruzioni del contatto nelle relazioni

Quando la relazione diventa difficile, raramente il problema è l’altro.
Spesso è un’interruzione del contatto:

  • Proiezione
    Attribuisco all’altro ciò che non so riconoscere dentro di me.
  • Deflessione
    Devio lo sguardo, cambio discorso, mi proteggo dal sentire troppo.
  • Confluenza
    Mi fondo con l’altro perdendo la mia identità.
  • Retroflessione
    Tratto me stesso come vorrei trattare l’altro.

Esempio:
Un cliente dice: “Lei non mi ascolta mai.”
In realtà, la postura è contratta, la gola chiusa.
Chiedo: “Cosa succede nel tuo corpo ora?”
Risponde: “Sento di non avere il diritto di parlare.”

La proiezione si scioglie: non è l'altro a non ascoltare,
è lui a non sentirsi autorizzato a esistere nel contatto.


3. Il contributo della Teoria U

Scharmer parla di tre aperture necessarie per una relazione creativa:

  • apertura della mente
  • apertura del cuore
  • apertura della volontà

La Gestalt lavora su tutte e tre, nel qui e ora.

Nel Coaching Relazionale, aprire la mente significa sospendere il giudizio;
aprire il cuore significa tollerare di sentire;
aprire la volontà significa
esporsi al rischio naturale del contatto.

La relazione autentica nasce nell’esposizione, non nella protezione.


4. Il corpo nella relazione: un laboratorio vivo

Il corpo rivela ciò che la mente non ammette.

Un esempio reale (modificato):

Cliente: “Non capisco perché gli altri non mi rispettano.”
Osservo: il petto è collassato, lo sguardo basso.

Chiedo: “Come stai ora?”
Risponde: “Mi sento piccolo.”

Il corpo racconta la sua modalità relazionale:
entrare nel contatto già in posizione di protezione.

Quando il corpo si apre, cambia la relazione.
Quando la relazione si apre, cambia l’identità.


5. Metafora gestaltica: Il Giardiniere e la Pianta

Una relazione non si forza, non si scolpisce, non si modella a piacimento.
Si osserva, si nutre, si protegge, ma non si controlla.

Come un giardiniere che non dice alla pianta come crescere,
ma crea le condizioni perché possa esprimere la propria forma.

Il Coaching Relazionale è questo:
creare le condizioni perché la persona possa
portare nella relazione la propria forma naturale, non quella adattata.


6. Esempio pratico

Cliente: “Non riesco a dire quello che penso.”

Osservazione:
Il respiro è alto, la mandibola serrata.

Chiedo: “Se la tua voce avesse un gesto, quale sarebbe?”
Il cliente stringe le mani.

“Questa stretta cosa rappresenta?”
“Trattengo. Non mi concedo di parlare.”

Da qui nasce il lavoro:
non sul contenuto, ma sulla possibilità di dischiudere il gesto trattenuto.

Quando quel gesto si apre, si apre anche la relazione.


7. Bibliografia essenziale

  • Perls, Goodman, Hefferline – Gestalt Therapy
  • Fritz Perls – Ego, Hunger and Aggression
  • Margherita Spagnuolo Lobb – Il Now-for-Next in Psicoterapia
  • Claudio Naranjo – La Vieja y Novísima Gestalt
  • Joseph Zinker – Creative Process in Gestalt Therapy
  • Polster & Polster – Gestalt Therapy Integrated
  • Otto Scharmer – Theory U
  • Timothy Gallwey – The Inner Game of Work

8. Conclusione

Il Coaching Relazionale in ottica Gestaltica non insegna strategie,
ma restituisce la capacità di stare nel contatto in modo vivo, pieno, reale.

Non si tratta di imparare a comunicare meglio,
ma di imparare a
esistere nella relazione.

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