IL CICLO DI CONTATTO GESTALTICO: LA MATRICE DELL’ESPERIENZA E DEL CAMBIAMENTO

l Ciclo di Contatto, descritto da Perls, Goodman e Hefferline nel testo fondativo Teoria e pratica della terapia della Gestalt, rappresenta uno dei pilastri essenziali della Gestalt.

È molto più di un modello teorico:
è
la mappa attraverso cui il nostro organismo incontra il mondo, riconosce i propri bisogni, agisce, si appaga e integra l’esperienza vissuta.

Come afferma Claudio Naranjo,
“il ciclo di contatto è la struttura segreta di ogni processo umano”.

Quando il ciclo scorre, la persona sperimenta vitalità, presenza, spontaneità.
Quando si interrompe, emergono ansia, confusione, indecisione, sofferenza.

Comprendere il ciclo di contatto significa comprendere come funzioniamo, non in teoria ma nella vita quotidiana.


Le fasi del Ciclo di Contatto

Il ciclo si articola in sei momenti principali, ognuno necessario all’equilibrio organismico.


1. Sensazione

La prima fase è corporea, pre-verbale, pre-psicologica.
È un segnale che emerge dall’organismo:

  • un’inquietudine
  • un calore
  • un brivido
  • una tensione
  • una “spinta” interna
  • un senso di vuoto

È il momento originario dell’esperienza.

Come sottolinea Spagnuolo Lobb,
“il corpo anticipa la consapevolezza”.

Molte persone hanno perduto la sensibilità di questa fase:
vivono nel fare e pensare continuo, non nel sentire.


2. Consapevolezza

La sensazione diventa figura.
Il bisogno si chiarifica:

  • “Ho fame.”
  • “Sono stanco.”
  • “Ho bisogno di parlare con lui.”
  • “Desidero tempo per me.”
  • “Questo lavoro non mi nutre più.”

Nella psicopatologia, molte crisi nascono proprio qui:
la persona sente ma non riconosce, oppure riconosce ma non accetta.

Il compito del lavoro gestaltico è rafforzare questa fase,
ampliare la capacità di contatto con il proprio mondo interno.


3. Mobilitazione

L’organismo organizza energia verso l’ambiente.
È la fase della spinta, dell’intenzione, dell’impulso.

Quando la mobilitazione è bloccata, emergono:

  • procrastinazione
  • indecisione
  • senso di impotenza
  • confusione

Zinker parlava di “energia creativa congelata”:
l’organismo vuole andare, ma qualcosa trattiene.


4. Azione

La persona compie un gesto reale verso l’ambiente:

  • parla
  • si espone
  • chiede
  • si muove
  • cambia
  • crea un confine
  • prende una decisione

L’azione gestaltica non è automatica:
è
piena, autentica, coerente con il sentire.

Molte persone agiscono senza sentire.
Altre sentono senza agire.
Il lavoro è riunificare questi due poli.


5. Contatto pieno

È il momento dell’incontro vero con l’ambiente:
la soddisfazione del bisogno.

Il contatto pieno è caratterizzato da:

  • chiarezza
  • presenza
  • autenticità
  • vitalità
  • emozione appropriata
  • senso di “io e tu” ben definiti

Spagnuolo Lobb descrive questa fase come
“il luogo della vitalità relazionale”.

Quando manca contatto pieno, l’esperienza rimane incompleta.


6. Ritiro e integrazione

È il momento del ritorno a sé.
Dopo aver agito e incontrato l’ambiente, l’organismo:

  • assimila
  • riposa
  • integra ciò che ha vissuto
  • chiude la Gestalt
  • si prepara alla successiva esperienza

Il ritiro non è fuga, ma digestione.

Molte difficoltà emotive nascono da ritiri mancati o evitati.


Le interruzioni del Ciclo di Contatto

La Gestalt individua cinque principali modalità di blocco.
Non sono patologie, ma
adattamenti creativi nati per proteggersi.


1. Introiezione

Accettare regole e doveri senza verificarli interiormente.

Segni corporei tipici:

  • rigidità
  • postura composta
  • controllo eccessivo

2. Proiezione

Attribuire all’esterno ciò che non si riconosce in sé.

Segnali somatici:

  • sguardo sfuggente
  • tensione nel petto
  • evitamento del contatto oculare

3. Retroflessione

Rivolgere verso di sé ciò che si vorrebbe rivolgere all’altro.

Manifestazioni corporee:

  • mandibola serrata
  • respiro trattenuto
  • tensioni nella gola o nel collo

4. Deflessione

Evitare l’intensità del contatto.

Solitamente:

  • risatine
  • posture instabili
  • cambi continui di tema

5. Confluenza

Perdere i confini tra sé e l’altro.

Posturalmente:

  • imitazione inconsapevole della postura dell’altro
  • confusione tra bisogni personali e altrui


Metafora gestaltica: Il Mare e la Risacca

Il ciclo di contatto è come il movimento del mare:

  • l’onda nasce (sensazione)
  • prende forma (consapevolezza)
  • si solleva (mobilitazione)
  • raggiunge la riva (azione)
  • si infrange (contatto)
  • ritorna al mare (ritiro)

Quando l’onda non arriva a riva,
il mare perde vitalità.

Quando l’onda non torna indietro,
si blocca.

La salute non è onde perfette:
è la capacità dell’oceano di muoversi.


Esempio clinico (rielaborato)

Cliente: “Sento un peso al petto da settimane.”

Domando:
“Il peso cosa ti dice, ora?”

Silenzio.
Poi: “Mi dice che non sto respirando come dovrei.”

Il cliente riconosce di essere bloccato tra sensazione e consapevolezza:
il bisogno non prendeva forma.

Quando accompagniamo la persona ad attraversare ogni fase con presenza,
l’esperienza si completa e il disagio si scioglie.


Bibliografia essenziale

Sulla Gestalt e il Ciclo di Contatto

  • Perls, Goodman, Hefferline – Teoria e pratica della terapia della Gestalt, Astrolabio
  • Fritz Perls – L’Io, la fame, l’aggressività, Astrolabio
  • Margherita Spagnuolo Lobb – Il now-for-next in psicoterapia, FrancoAngeli
  • Margherita Spagnuolo Lobb – La psicoterapia della Gestalt, Cortina
  • Joseph Zinker – Il processo creativo nella terapia della Gestalt, Astrolabio
  • Serge Ginger – La Gestalt, Garzanti

Integrazioni contemporanee

  • Daniel Siegel – Mindsight, Raffaello Cortina
  • Eugene Gendlin – Focusing, Astrolabio
  • Otto Scharmer – Teoria U, FrancoAngeli
  • Timothy Gallwey – The Inner Game of Work, BUR Rizzoli


Conclusione

Il Ciclo di Contatto è la grammatica della nostra esperienza.
Ogni emozione, decisione, relazione e cambiamento si muove attraverso queste fasi.

Quando impariamo a riconoscerle,
ritroviamo la possibilità di vivere in modo fluido, presente, intero.

La Gestalt non insegna cosa scegliere:
insegna
come essere presenti mentre si sceglie.

Approfondimenti

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