GESTALT E CORPO: IL CORPO COME ORIGINE DELL’ESPERIENZA

La Gestalt attribuisce al corpo un ruolo centrale: non come contenitore passivo delle emozioni, ma come origine e rivelazione dell’esperienza.
Come afferma James Kepner, “il corpo conserva la memoria del nostro adattamento al mondo”.

Il corpo non è simbolico: è fenomenologico.
Non rappresenta l’esperienza:
la manifesta.

Per questo nella Gestalt il corpo non viene interpretato,
ma ascoltato con rispetto, precisione e presenza.


Il corpo come fenomenologia vivente

Nella pratica gestaltica, lavorare sul corpo significa osservare nel qui e ora:

  • il tono muscolare
  • la qualità del respiro
  • micro-movimenti di mani e piedi
  • tensioni emergenti
  • variazioni nella postura
  • cambiamenti nella voce
  • sguardi che si avvicinano o si ritirano

Come scrive Spagnuolo Lobb,
“il corpo è il luogo dove la relazione prende forma”.

Il counselor o il coach osserva e restituisce ciò che emerge, senza interpretazioni, riportando la persona alla propria esperienza immediata.


Sensazione e consapevolezza: il corpo come inizio del ciclo di contatto

Ogni esperienza nasce da una sensazione corporea.
Il ciclo di contatto inizia sempre nel corpo:

  • un peso al petto
  • una tensione allo stomaco
  • un respiro trattenuto
  • un tremore leggero
  • una chiusura della gola
  • un’apertura del torace

Molti stati emotivi – ansia, confusione, stanchezza, irritazione – non sono “problemi psicologici”, ma esperienze corporee non ascoltate.

Scharmer (Teoria U) afferma che ogni trasformazione parte dal corpo, dal “presencing”: ascoltare ciò che emerge.

Gallwey direbbe che per cambiare performance bisogna “sentire il corpo, non comandarlo”.


Le interruzioni del contatto nel corpo

Ogni interruzione del contatto ha una precisa manifestazione somatica:

  • Introiezione → rigidità, postura composta, trattenuta.
  • Proiezione → sguardo sfuggente, corpo che arretra.
  • Retroflessione → mandibola serrata, respiro bloccato, tensioni al collo.
  • Deflessione → movimenti rapidi, fuga corporea dal qui e ora.
  • Confluenza → postura che imita l’altro, confini posturali sfumati.

Il corpo mostra dove il processo si interrompe prima ancora che la mente possa rendersene conto.

Il corpo come storia adattativa

Secondo Kepner, il corpo ricorda gli adattamenti creativi del passato:
modi in cui ci siamo protetti per sopravvivere emotivamente.

Esempio rielaborato:

Cliente:
“Quando devo espormi al lavoro, mi si chiude lo stomaco.”

In Gestalt non si domanda “Perché?”, ma:
“Cosa accade ora nello stomaco?”

Il cliente riconosce:

  • una tensione
  • una paura relazionale
  • un bisogno che non si sente autorizzato a esprimere

Il corpo rivela ciò che la mente aveva imparato a evitare.


Lavorare sul corpo non significa fare tecniche corporee

A differenza di approcci somatici più direttivi, la Gestalt non “manipola” il corpo.
Lavoriamo in modo fenomenologico:

  • si osserva un gesto
  • lo si nomina
  • lo si amplifica se necessario
  • lo si collega all’esperienza emergente

Zinker afferma che
“il contatto con ciò che è vivo in noi è già un atto trasformativo”.

Non servono tecniche complesse:
serve presenza.


Metafora gestaltica: La Porta Socchiusa

Il corpo è come una porta socchiusa.
Ciò che emerge da quella fessura è la verità dell’esperienza.

Quando la porta è chiusa:

  • il respiro si contrae
  • la vitalità diminuisce
  • l’esperienza si irrigidisce

Quando la porta si apre, anche di poco:

  • l’energia scorre
  • l’esperienza si integra
  • il movimento torna fluido

La Gestalt rispetta il ritmo naturale di apertura della porta corporea:
non forza, accompagna.


Esempio clinico

Cliente: “Sono bloccato nelle decisioni.”

Osservo:

  • le mani serrate
  • il respiro trattenuto
  • il petto contratto

Chiedo:
“Se queste mani potessero esprimere ciò che trattengono, cosa direbbero?”

Risponde:
“Che sto evitandomi.”

Il tema non è la decisione, ma il gesto trattenuto.
Quando le mani si aprono, spesso si apre anche la possibilità di scegliere.


Bibliografia essenziale

Gestalt – Corpo, relazione, consapevolezza

  • Perls, Goodman, Hefferline – Teoria e pratica della terapia della Gestalt, Astrolabio
  • Fritz Perls – L’Io, la fame, l’aggressività, Astrolabio
  • Fritz Perls – Dentro e fuori la pattumiera, Astrolabio
  • Joseph Zinker – Il processo creativo nella terapia della Gestalt, Astrolabio
  • James Kepner – Il corpo e la psicoterapia della Gestalt, Astrolabio
  • Margherita Spagnuolo Lobb – Il now-for-next in psicoterapia, FrancoAngeli
  • Serge Ginger – La Gestalt, Garzanti

Corpo, neuroscienze e consapevolezza

  • Daniel Siegel – Mindsight, Raffaello Cortina
  • Stephen Porges – La teoria polivagale, Giovanni Fioriti Editore
  • Eugene Gendlin – Focusing, Astrolabio
  • Thomas Hanna – Somatics, Mediterranee

Modelli integrativi coerenti

  • Otto Scharmer – Teoria U, FrancoAngeli
  • Timothy Gallwey – The Inner Game of Work, BUR Rizzoli

Conclusione

Il corpo è il primo luogo in cui l’esperienza prende forma e l’ultimo che abbandona la verità.
È attraverso il corpo che la Gestalt ricostruisce il ponte tra sentire e agire, tra consapevolezza e movimento, tra identità e relazione.

Ascoltare il corpo significa tornare alla fonte della propria autenticità.

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