ANSIA E GESTALT: L’ANSIA COME INTERRUZIONE DEL CONTATTO E COME RISORSA BLOCCATA

Nella Gestalt, l’ansia non è interpretata come un sintomo da eliminare o come un malfunzionamento psicologico.
È, al contrario, un
segno di intelligenza organismica, un allarme che indica che qualcosa nel ciclo di contatto si è interrotto.

Fritz Perls definiva l’ansia come
“il divario tra ora e dopo”.
Quando la mente si proietta troppo avanti, il corpo rimane indietro.
Questo scarto crea tensione.

Naranjo aggiungeva che "l’ansia è energia non utilizzata, un potenziale che non ha trovato azione".

La Gestalt invita a riportare l’ansia nel presente, dove può trasformarsi.


Che cos’è l’ansia in ottica gestaltica

L’ansia è un fenomeno organismico composto da:

  • sensazioni corporee intense
  • pensieri anticipatori
  • blocco della mobilitazione
  • difficoltà a restare nel qui e ora
  • paura di perdere il controllo
  • sovraccarico percettivo

Non è il problema:
è
un segnale.

Il messaggio dell’ansia non è “c’è qualcosa che non va”,
ma “c’è qualcosa che chiede attenzione ora”.


L’ansia come interruzione del ciclo di contatto

Il ciclo di contatto si interrompe spesso tra:

  1. Sensazione → Consapevolezza
    La persona sente qualcosa, ma non riesce a riconoscerlo.
  2. Consapevolezza → Mobilitazione
    Sa cosa prova, ma non riesce a trasformarlo in un gesto.

Ecco perché l’ansia è:

  • troppa energia
  • poca direzione
  • molto sentire
  • poco contatto

Il corpo vuole muoversi,
la mente vuole controllare.
Il risultato è un cortocircuito.


L’ansia come paura del sentire

Molti stati d’ansia nascono dalla difficoltà a stare in contatto con emozioni evitante:

  • rabbia trattenuta
  • tristezza non espressa
  • paura non riconosciuta
  • desideri non ammessi
  • limiti non posti

Il corpo, costretto a contenere tutto ciò, esplode in iper-attivazione.

La Gestalt lavora su questa esperienza non analizzando, ma portando attenzione al corpo mentre vive la sua tensione.


Il corpo nell’ansia: una fenomenologia precisa

L’ansia si manifesta spesso come:

  • respiro corto
  • pressione al petto
  • mani fredde o sudate
  • tremore
  • mandibola serrata
  • irrigidimento delle spalle
  • stomaco chiuso

Non è un attacco del corpo contro di noi:
è il corpo che sta
gridando un bisogno non ascoltato.

Stephen Porges, con la teoria polivagale, conferma ciò che la Gestalt sostiene da decenni:
la regolazione emotiva passa dal corpo, non dalla mente.


L'approccio fenomenologico: “Cosa accade ora?”

In presenza di ansia, il counselor gestaltico non chiede:

  • “Perché succede?”
  • “Cosa ti spaventa esattamente?”

ma:

“Cosa sta accadendo ora, mentre senti questa tensione?”

Si osservano:

  • cambi posturali
  • micro-movimenti
  • momenti di ritiro
  • variazioni nel ritmo della voce
  • oscillazioni interne

La persona impara a restare, non a scappare.

Gallwey parlerebbe di “spostare l’attenzione da Self 1 (il giudice) a Self 2 (l’esperienza).”


Esempio clinico (rielaborato)

Cliente: “Mi viene l’ansia quando devo parlare in pubblico.”

Osservo:

  • gola contratta
  • respiro minimo
  • mani tese

Gli chiedo:
“Cosa accade ora nella gola?”

Risponde:
“Si chiude, come se volesse proteggermi.”

A quel punto l’ansia non è più un nemico,
ma una
funzione protettiva dell’organismo che va riconosciuta, non combattuta.

Quando la gola "viene ascoltata", spesso si rilassa.


L’ansia come energia congelata

Zinker scrive:
“Ogni emozione trattenuta diventa tensione.”

E l’ansia è esattamente questo:
energia orientata verso un'azione che non trova sbocco.

In Gestalt si lavora per:

  • restituire consapevolezza al corpo
  • permettere alla sensazione di completarsi
  • lasciare che l'organismo trovi la sua azione
  • sciogliere la tensione attraverso il contatto

Non attraverso tecniche,
ma attraverso presenza.


Metafora gestaltica: La Barca nel Vento

L’ansia è come una barca che riceve troppo vento nelle vele.
Se il timone è bloccato, la barca sbanderà.

La soluzione non è eliminare il vento (impossibile),
ma
riacquistare manovrabilità.

La Gestalt aiuta la persona a ritrovare il timone:
il corpo come guida,
la consapevolezza come bussola,
il contatto come rotta.


Bibliografia essenziale

Ansia, confini e interruzioni del contatto

  • Bruni, G. – Il confine di contatto, C.I.P.O.G.
  • Giusti, E. – Psicoterapie della Gestalt, ASPIC
  • Clarkson, P. – Gestalt counseling, Sovera
  • Simkin, J.S. – Brevi lezioni di Gestalt, Borla

Processi creativi, energia bloccata, mobilitazione

  • Zinker, J. – Processi creativi in Psicoterapia della Gestalt, FrancoAngeli

Regolazione emotiva e corpo

  • Stephen Porges – La teoria polivagale, Giovanni Fioriti Editore
  • Daniel Siegel – Mindsight, Raffaello Cortina
  • Eugene Gendlin – Focusing, Astrolabio


Conclusione

L’ansia, nella visione gestaltica, non è qualcosa da eliminare,
ma una
porta di accesso al contatto:
con il corpo, con il bisogno, con la verità emotiva.

Quando smettiamo di combatterla e impariamo ad ascoltarla,
l’ansia si trasforma da nemica a guida.

E ciò che prima era tensione diventa movimento.
Ciò che era paura diventa direzione.

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